Oltre a mappare internamente l’Installazione Sotterranea, i Sumeri come gli Ittiti, i Babilonesi, gli Egiziani e gli Etruschi avevano mappato anche esternamente i luoghi della superficie, degli odierni Monti Sibillini, che consentivano l’accesso nel sottosuolo ed il contatto agli Eletti.Data l’importanza di tale luogo e rispettando il volere degli Antichi Abitanti che si preoccupavano di non costruire mappe che conducessero alla loro installazione, le persone Elette di poter entrare in contatto con Loro, beneficiando di fama e potere, hanno però negli anni trasgredito a tale Immenso Segreto provocando l’Ira di Tali Signori (Divinità) e la conseguente cancellazione delle razze, favorendo guerre e provocando cataclismi artificiali.

Alti Sacerdoti o Funzionari, di tutte le popolazioni di quel tempo, hanno costruito, nelle varie epoche,  mappe crittografate trasgredendo all’ordine di Tali SIgnori. 

Le testimonianze della geografia degli accessi alla Installazione sotterranea si sono ritrovati  in bronzo, su pietra o terracotta. Tali mappe, difatti, venivano fatte passare per copie di “Fegato di un animale” usate per la divinazione, in modo tale che qualunque curioso e persona malpensante, non capisse l’importanza dell’oggetto. Famoso tra tutti è “il Fegato Etrusco” custodito al Museo Civico di Piacenza. I nostri Funzionari hanno di fatto inventato una falsa ritualità per tenere nascosto questo Segreto anche verso i propri sudditi per accaparrarsi Potere e Fama. È evidente la devozione dei popoli antichi a questa segretissima installazione sotterranea a forma di ruota, della quale ne fu fatta un’orazione trascritta in pietra nel famoso e mai decifrato quadrato magico, trovato a Pompei ed in altre parti di Italia: Sator Arepo Tenet Opera Rotas. 

Alla luce della scoperta della crittografia del Manoscritto Voynich che andremo poco innanzi a dimostrare tale quadrato dovrebbe celare tale seguente preghiera segreta: “rota sat oro at sato. per ene per” : “Prego che la ruota sia sazia. entro entro.”