Si ritiene quindi utile presentare una veloce descrizione del quarto massiccio montuoso per altezza dell’Appennino continentale (dopo Gran Sasso, Maiella e Velino-Sirente), posto nell’Appennino umbro-marchigiano. Perché questo è luogo di riferimento della Mappa Voynich. Tant’è Vero che si ritrovano rappresentate esattamente 2 specie faunistiche endemiche solo nei Monti Sibillini: il Chirocefalo del Marchesoni che vive solamente nel noto “Lago di Pilato” situato sotto il Monte Vettore ed il Chirocefalo della Sibilla che vive nel meno noto Laghetto Effimero di Monte Palazzo Borghese a 2 chilometri in linea d’aria dal precedente chirocefalo.
La Grotta Della Sibilla è la protagonista della mappa del Manoscritto Voynich. il Manoscritto Voynich crea una geografia nella grande mappa che riporta da molteplici angolazioni lo stesso Monte SIbilla e la sua ben nota Corona di calcaree.
Il Monte Sibilla (2.173 m) ospita sulla vetta una grotta (Grotta della Sibilla). Questa Grotta, come da antichi manoscritti, dopo circa 4 chilometri di cammino, conduce ad una installazione sotterranea ove viveva un popolo tecnologicamente evoluto. I riferimenti Storici si possono ricondurre alle ricerche letterarie di Antoine de La Sale del 1420 nel testo “Il Paradiso della Regina Sibilla”, al romanzo di Andrea da Barberino del 1410, “Il Meschino da Durazzo” noto come “l’opera del Guerrin Meschino” ed ancora nella narrativa “La Nuova Atlantide” di Francesco Bacone, del 1624.
La Grotta della Sibilla, situata poco sotto la sommità del Monte Sibilla, era già conosciuta in tutta l’Italia centrale; se ne trova infatti una rappresentazione anche in alcuni affreschi all’interno dei Musei Vaticani e nelle Biblioteche.
Nella leggenda si narra che la Grotta della Sibilla fosse la dimora della Regina Sibilla Appenninica.
L’accesso a questa installazione sotterranea, riservato agli intraprendenti provenienti da tutta Europa, è stato occluso dal Vaticano nel XIV secolo, il quale attualmente, insieme ai servizi segreti, ne controlla ancora gli accessi da altre posizioni sorvegliate.
Papa Gregorio XI (ma per alcuni filologi si tratterebbe di Urbano VI) intorno al 1377 ordinò di distruggere l’accesso ai cunicoli della Grotta del Monte Sibilla così da impedire di raggiungere il sottosuolo in maniera non controllata. La Sale testimonia che al tempo della sua salita, (1420) l’ingresso alla Grotta situata sopra la conformazione geologica chiamata “La Corona del Monte Sibilla” era “pulito” e si poteva accedere almeno nella prima stanza ove era presente il cunicolo occluso nel 1377.
Numerosi sono stati tentativi di accedere alla Grotta nei secoli ma dopo il 1950, i servizi segreti fecero saltare in aria con dell’esplosivo anche la prima camera rimasta intatta.